AGS JH23 Ford Cosworth DFZ

   Nel 1988 la piccola scuderia Automobiles Gonfaronaises Sportives (AGS) di Julien Henri si appresta a vivere la sua seconda stagione in Formula 1, se non consideriamo i due Gran Premi corsi nel 1986 a Monza e Estoril. Il punto raccolto da Roberto Moreno nell'ultima prova stagionale del campionato 1987 ad Adelaide, carica la scuderia francese che realizza per la nuova stagione la nuova AGS JH23. Nonostante l'assenza di punti registrati in classifica nella stagione '88, si può certamente affermare che la JH23 sia la miglior vettura AGS che si sia vista su una pista del Mondiale di Formula Uno, anche grazie al talento di Philippe Streiff, ex-pilota di Julien in Formula 2 e chiamato a diventarne il pilota titolare per la stagione 1988.

AGS JH23, Philippe Streiff, Hungaroring GP d'Ungheria

   La JH23 viene progettata dai soliti Christian Vanderpleyn e Michel Costa ed è dotata del motore aspirato Ford Cosworth DFZ V8 da 3494cc che permette ai progettisti di realizzare un telaio completamente nuovo senza sottostare all'obbligo di dover arretrare la pedaliera dietro all'asse delle ruote anteriori, obbligo in essere per i nuovi telai delle monoposto dotate di motore turbo. Grazie anche all'arrivo del nuovo sponsor, il gruppo francese Bouygues, da quest'anno infatti la AGS abbandona il telaio della Renault RE40 del 1983, utilizzato per realizzare le due precedenti vetture, e realizza un nuovo monoscocca in fibra di carbonio simile a quello della Benetton, con una bombatura ai lati dell'abitacolo per contenere i serbatoi laterali in modo di ottimizzare la distribuzione dei pesi. Interventi importanti riguardano anche il cambio, realizzato direttamente dalla stessa AGS, il reparto sospensioni e soprattutto la nuova veste aerodinamica. Costa infatti dona alla vettura una linea più aggraziata e filante, con una vistosa rastremazione al posteriore e una linea di cintura piuttosto bassa, anche se il musetto rimane ancora piuttosto massiccio.

AGS JH23, Philippe Streiff, Montecarlo GP di Monaco

   Tutte queste modifiche si traducono in prestazioni tutto sommato buone con Streiff che sfiora diverse volte la zona punti senza tuttavia mai riuscire a raggiungerla, anche perché l'affidabilità rimane il tallone d'Achille della JH23. Un esempio su tutti quando durante il Gran Premio del Canada, dopo un'ottima qualifica che vede la JH23 partire dal decimo posto, Streiff è saldamente al quarto posto in battaglia con Piquet per la zona podio quando un cedimento meccanico, dopo 41 giri, lo costringe al ritiro. Come detto precedentemente la stagione si conclude con uno zero nella classifica costruttori, ma con la soddisfazione per Julien di aver finalmente realizzato una monoposto in grado di competere con le vetture di centro gruppo. 



Commenti