BRABHAM BT60B Judd GV

   Dopo la deludente collaborazione con la Yamaha che nella stagione 1991 fornisce il proprio motore V12 OX99 alla scuderia MRD (Motor Racing Developments Ltd) per montarlo sulla Brabham BT60Y, nel 1992 la casa giapponese sposa il progetto Jordan abbandonando così la storica casa inglese, costretta a ricorrere all'economico e poco prestazionale V10 Judd GV. Ancora sotto la gestione della Middlebridge Group Limited ma completamente a corto di fondi, per la stagione 1992 viene utilizza una versione solo leggermente modificata della BT60Y e rinominata BT60B.

BRABHAM BT60B, Eric Van de Poele, Montecarlo GP di Monaco

   La partenza di Sergio Rinland lascia il solo Tim Densham a dirigere il reparto tecnico della scuderia inglese e il suo lavoro per la stagione '92 si limita alla riprogettazione degli attacchi motore, leggermente diversi tra il precedente V12 Yamaha e l'attuale V10 Judd. Cambia leggermente anche la veste aerodinamica, disegnata ancora una volta da Hanse Fouche, con i flap dell'ala anteriore più accentuati e le fiancate che assumono una forma più armoniosa e arcuata verso il posteriore, dove continuano fino alla fine dello scivolo estrattore carenando completamente il motore e la scatola del cambio. Per il resto, la meccanica della monoposto rimane completamente identica, così come le sue prestazioni che fanno dell'ultimo anno di competizioni della storica scuderia britannica, un vero disastro.

BRABHAM BT60B, Giovanna Amati, Hermanos Rodriguez GP del Messico

   Lasciati liberi i piloti del '91, per la nuova stagione la Brabham ingaggia l'economico pilota belga Eric Van de Poele, in arrivo dalla scuderia Modena Team nella quale nel '91 ha ottenuto accesso alla gara della domenica in una sola occasione e quindi praticamente un debuttante, e l'italiana Giovanna Amati, anch'essa con una scarsa esperienza maturata in tre stagioni passate in Formula 3000 con un settimo posto come migliore risultato. L'assunzione di un pilota donna, nei piani della dirigenza Middlebridge dovrebbe servire come potenziale catalizzatore per eventuali sponsorizzazioni, cosa che invece non accade, costringendo così le Brabham a scendere in pista con la classica colorazione biancoblu ma senza sponsor.

BRABHAM BT60B, Eric Van de Poele, Magny-Cours GP di Francia

   La pilota romana dopo le prime tre gare, dove peraltro fallisce sempre la qualificazione, viene sostituita da un altro giovane pilota, il figlio d'arte Damon Hill. Proprio grazie al clamore di un nome così altisonante al volante di una vettura con un nome altrettanto prestigioso, le scuderia britannica da metà stagione trova qualche risorsa finanziaria grazie a piccoli sponsor che “colorano” il musetto della BT60B di uno sgargiante lilla. Nonostante l'arrivo del giovane talento inglese però i risultati non cambiano e nell'agosto del 1992 la squadra disputa la sua ultima gara di sempre in Formula 1, il Gran Premio di Ungheria dove Hill ottiene l'undicesimo posto, miglior piazzamento stagionale per la Brabham, anche se ultimo e staccato di 4 giri dal vincitore Senna.

BRABHAM BT60B, Damon Hill, Hungaroring GP d'Ungheria 

   Pochi giorni dopo la gara ungherese, il collasso finanziario della squadra porta alla sua scomparsa dal mondo della Formula 1 e la BT60B rimane così l'ultima monoposto Brabham a prendere parte ad una gara titolata per il mondiale di Formula 1, ponendo fine ad una storia cominciata nel 1962, quando Jack Brabham porta in pista per la prima volta la BT3 motorizzata Climax, e durante la quale sono stati vinti 35 Gran Premi e conquistati quattro titoli piloti (1 con Jack Brabham nel '66, 1 con Denis Hulme l'anno successivo e 2 con Nelson Piquet nel 1981 e nel 1983), oltre che due costruttori, nel '66 e nel '67.





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