JORDAN 191 Ford-Cosworth HBA4

   Eddie Jordan è quello che si può definire un uomo che ha saputo costruire una storia di successo, sia sportiva che economica, letteralmente dal nulla, senza avere alle spalle munifici sponsor o grandi patrimoni familiari. Irlandese di Dublino, Eddie negli anni '70 corre nella Formula 3 inglese, per poi abbandonare il volante e intraprendere la sua carriera da manager fondando nel 1980 la Eddie Jordan Racing che si occupa della gestione di vetture portate in pista per conto di clienti piloti. La cosa funziona fin da subito e già nel 1982 arrivano le prime vittorie nell'Europeo Formula 3 con James Weaver. Le stagioni a venire sono ricche di successi e piloti del calibro di Martin Brundle, Tommy Byrne, Allen Berg, Martin Donnelly, Damon Hill sono solo alcuni che ottengono svariati successi sulle vetture gestite da Jordan negli anni successivi sia in Formula 3 che in Formula 3000.

JORDAN 191, Bertrand Gachot, Montréal GP del Canada

   Eddie Jordan si scopre non solo un abile e competente team manager, ma soprattutto un eccezionale talent scout. Nel 1982 accoglie nella sua scuderia il giovane brasiliano Ayrton Senna e gli offre la prima opportunità vera in Europa, nel 1986 lancia il talentuoso Johnny Herbert, frenato poi nell'anno successivo dal grave incidente in Formula 3000, proprio al volante di una Jordan. Non ultimo è l'ingaggio a sorpresa nel 1989 del giovane francese Jean Alesi che, fra lo stupore generale, sbaraglia la concorrenza vincendo il titolo continentale di Formula 3000 nello stesso anno. Non stupisce quindi che nell'anno del debutto del suo team in Formula 1 sia stato proprio il team manager irlandese a far esordire Michael Schumacher, chiamato a sostituire il titolare Bertrand Gachot nel Gran Premio del Belgio. Altri futuri campioni verranno poi scoperti da Eddie Jordan come Rubens Barrichello, Eddie Irvine e Ralf Schumacher, ma tornando al 1990, con alle spalle questa storia di successi, l'ormai consolidata esperienza in pista e una solida reputazione che si è costruito nell'ambiente, Eddie Jordan si convince a compiere il grande passo e a varare il programma Formula 1 in vista della stagione 1991. Jordan incarica della progettazione della vettura il direttore tecnico Gary Anderson, autore dei telai Reynard con i quali corre il team Jordan in Formula 3000, con la collaborazione di Mark Smith ed Andrew Green che si occupano dello sviluppo delle sospensioni e della trasmissione. Dopo aver ricevuto la dovuta documentazione, la FIA concede il permesso alla neonata Jordan Grand Prix di iscrivere il proprio team nella stagione 1991. La “Jordan 911” viene assemblata nella nuovissima struttura del team costruita a due passi dalla pista di Silverstone e proprio sul circuito inglese muove i primi passi il 28 novembre in una elegante livrea nera con un pilota d'eccezione, il campione inglese John Watson, per l'occasione tornato al volante.

JORDAN 911, John Watson, test privati a Silverstone

   Qualche giorno dopo Eddie Jordan riceve un telegramma spedito da Stoccarda con il quale la Porsche, non contenta dell'utilizzo della sigla "911" per la vettura, chiede "con le buone" ad Eddie di cambiarne il nome. Dopo una riunione tenutasi in Germania, pare che una fiammante Porsche 911 nera sia stata recapitata presso l'abitazione di Eddie e magicamente da quel momento la sigla "911" viene modificata in "191". Venuta meno la sponsorizzazione della Camel, già partner commerciale di Jordan in Formula 3000 ma impegnata con la Benetton nella massima serie, Eddie trova nella 7-Up il main sponsor con il quale intraprendere la prima stagione in Formula 1 con un brillante colore verde Irlanda. Le doti manageriali di Jordan valgono anche un contratto con la Ford per la fornitura di motori che prevede l'utilizzo non dei classici DFR ma il modello di punta HBA4 capace di erogare 650cv e riservato nel 1990 alla sola Benetton. La 191 diventa così la prima monoposto del team Jordan a scendere in pista e, senza dubbio, si rivela fin da subito una valida vettura.

JORDAN 191, Andrea de Cesaris, Interlagos GP del Brasile


   Il design della 191 riprende alcuni principi comuni alle vetture di successo, come il musetto, rialzato e stretto, con l'alettone a tutta larghezza inglobato ad esso, arcuato verso l'alto nella parte centrale per permettere un maggiore afflusso di aria verso il fondo della monoposto. Sull'ala anteriore spiccano le bandelle laterali, contornate da splitter e nolder per deviare il flusso d'aria verso le fiancate saltando la turbolenta zona delle sospensioni. Le pance laterali sono molto basse e offrono poca superficie all'aria, incrementando la penetrazione aerodinamica, e sono raccordate alla coda ricordando vagamente il disegno a "cassa di violino" visto sulle Ferrari di Barnard, accentuando la forma a “coca-cola” della monoposto. Il profilo estrattore posteriore ricorda quello progettato da Oatley e utilizzato sulle McLaren, completando il disegno aerodinamico della monoposto semplice ed estremo allo stesso tempo, improntato molto sulla riduzione degli attriti e la penetrazione aerodinamica oltre che sulla ricerca del carico.

JORDAN 191, Bertrand Gachot, Montecarlo GP di Monaco

   Grazie alle buone prestazioni della 191 i due piloti titolari, Andrea de Cesaris e Bertrand Gachot, non faticano a superare le prequalifiche, realizzando tempi di molto inferiori anche a vetture più blasonate. Alla quinta gara stagionale, in Canada, entrambe le monoposto ottengono i primi punti per la scuderia, con de Cesaris quarto e Gachot quinto. L'italiano si ripete nella gara successiva in Messico e in quella dopo, in Francia, con un quinto posto. A Silverstone è sesto Gachot e in Germania entrambi i piloti vanno a punti. Insomma un successo inaspettato che porta subito il team Irlandese agli onori della cronaca. L'arresto subito da Gachot a Londra poco prima del Gran Premio del Belgio corso sulla pista di Spa-Francorchamps permette a Michael Schumacher di debuttare in Formula 1, con un sorprendente settimo posto in griglia vanificato però dal cedimento della frizione nel corso del primo giro in gara. Nel finale di stagione anche Roberto Moreno e Alessandro Zanardi guidano la monoposto di Gachot dopo il passaggio di Schumacher alla Benetton, senza però ottenere risultati di rilievo. Al termine della stagione la 191 conquista ben 13 punti che consentono al team di Eddie Jordan di conquistare il quinto posto nella classifica costruttori. Probabilmente nemmeno il buon Eddie poteva immaginare un tale successo alla prima stagione nella massima serie. 





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